Futuro significa tornare al passato, andare dal macellaio di fiducia o al mercato per scovare il meglio che c’è.

Con questo spirito, ha aperto a Roma, lo scorso settembre, Boca Burger, un progetto nato da una condivisione di interessi e dal desiderio di creare un concept autentico, puntando sulla qualità delle materie prime, una sorta di ristorante travestito da fast food.

Valerio Esse, chef di due rinomati ristoranti di Ponte Milvio (Nojo e Jerò), con esperienze all’estero dall’Inghilterra all’Australia, nel febbraio 2021 matura l’idea di puntare su ciò che più lo diverte, gli hamburger. Immagina una hamburgeria in pieno stile americano che strizza l’occhio alla Pop Art di Andy Warhol.

“Ho passato una vita tra ristoranti stellati e fine dining ma so che conquisterò il mondo con un hamburger! Era questo il mio motto e lo è tutt’ora!” ha dichiarato.

Quella che Valerio Esse ha ideato è un viaggio nel tempo in cui immaginare un fast food “futuristico” che si adegua ai tempi ma soprattutto al modo di concepire l’alimentazione, con particolare attenzione alla genuinità delle materie prime. La fornitura quotidiana di carne fresca da una storica macelleria di Campo de’ Fiori, salse di produzione propria e, infine, frutta e verdura direttamente dal mercato di Fondi sono la prova che non è necessario avere una proposta gourmet per essere accostati alla qualità.  

Ingredienti semplici e del posto ma utilizzati in ottica oltreoceano. I primi mesi di attività hanno visto protagonisti i panini che saranno ospiti fissi dell’hamburgeria romana: il Green Hottie composta di soffice bun, doppio burger di manzo 100% italiano, doppio cheddar, yellow sauce, jalapenos e cipolla croccante; il Carmelo dove protagonista è il burger di pollo italiano panato racchiuso in soffice bun, con white sauce e cetrioli. 

In programmazione il menù da settembre, che avrà invece delle contaminazioni europee e anche asiatiche ma…, come spiega Valerio: “Seppur con delle novità, la nostra proposta rimarrà sempre fedele al concept iniziale. Il nostro intento sarà sicuramente quello di giocare con ingredienti di facile lettura che possano essere inseriti in un organico di fast food. Provare per credere!”.

M.C.