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Qualità su misura – 
Le sfide della filiera per il consumatore di domani

Rilanciare la filiera zootecnica e contrastare la disinformazione attraverso la comunicazione, spiegando al pubblico i suoi valori e la sua utilità.
Una corretta comunicazione deve tener conto di tracciabilità e qualità, territorialità, trasparenza e apertura all’innovazione.
Di questo si è dibattuto nel corso di una tavola rotonda organizzata da Centro Carni Company dove i rappresentanti della filiera – dall’allevamento alla grande distribuzione – hanno analizzato e affrontato le sfide che il comparto deve affrontare cercandone le soluzioni, alla presenza dell’onorevole Paolo De Castro, Primo Vice-Presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo, che ha affermato in questa occasione: «L’agroalimentare e il settore delle carni rappresentano un anello fondamentale per la nostra economia, non solo per l’indotto che garantisce, anche in termini di posti di lavoro, ma prima ancora per il ruolo indispensabile all’equilibrio dell’ambiente e delle risorse agricole e zootecniche. Un unicum insostituibile che purtroppo, però, spesso viene sempre più frequentemente minacciato da una controinformazione dilagante. Un esempio tra i tanti che voglio ricordare, ma solo in ordine di tempo, il tentativo di far passare gli allevamenti come fonte di inquinamento alla stregua delle emissioni gassose industriali».

In merito alle critiche da parte degli ambientalisti sul problema delle emissioni di gas metano, si è ribadito come queste siano state ridotte negli ultimi 50 anni del 40% grazie anche all’incremento dei metodi di trasformazione degli scarti in risorse energetiche per la loro utilizzazione nella produzione di biogas e biometano e il benessere animale, inoltre, abbia fatto notevoli progressi. Tema che è stato riconosciuto come centrale per ottenere un prodotto di qualità. Infatti, sarà la biosicurezza, ovvero i sistemi che consentono di ridurre il rischio di malattie all’interno degli allevamenti, riducendo di conseguenza l’uso di farmaci, l’obiettivo dei prossimi anni.

Durante l’incontro, Denis Pantini, Responsabile Business Unit Agrifood e Wine Monitor presso Nomisma, ha messo in luce la sofferenza del mercato negli ultimi quattro anni, causata dalla pandemia e dal conflitto russo-ucraino, con un’inflazione dilagante che ha impattato sulle abitudini di consumo e sul sentiment in Italia e in Europa. Nonostante il settore delle carni in Italia venga valutato a 24,7 miliardi di euro e si classifichi al primo posto della produzione agricola nazionale, contando oltre 62.000 occupati, ha precisato Pontini: “Ci troviamo ancora in uno scenario pieno di incertezze, che pare ben lontano dal risolversi in tempi brevi. Scendendo nel dettaglio del mercato della carne – un prodotto alimentare che ha risentito di un sensibile aumento nei costi di produzione in particolare collegati a mangimi e consumi energetici – l’inflazione che ne è derivata a valle ha portato, tra le altre cose, all’effetto sostituzione delle carni rosse a favore di quelle bianche, meno costose».
La qualità, però, resta al primo posto nei criteri di scelta degli italiani e nel caso della carne, ha precisato Pantini: “Oggi trova declinazione principalmente in tre concetti: tracciabilità, sostenibilità ambientale e sociale, benessere animale. Ed ecco che l’unione della filiera diventa un requisito fondamentale per garantire al consumatore gli standard di qualità che richiede in questo complesso periodo».

Un tema, quello della carne, sensibile e delicato a livello di comunicazione, dunque, che comprende il dibattito con i vegetariani, l’impatto del consumo di carne per la salute umana, il benessere animale e la sostenibilità generale della filiera. 

Cruciale il ruolo della formazione degli addetti al comparto che Centro Carni Company affronta nella sua MEatSCHOOL, Academy dedicata alla formazione, informazione e diffusione della cultura della carne, nata dalla necessità di creare informazione e formazione per coloro che operano o vogliono operare nel settore della carne bovina. Il direttore Paolo Amedeo Garofalo ne ribadisce l’importanza strategica: “È in atto un cambio generazionale nei settori strategici della vendita carne, in particolare all’interno delle macellerie tradizionali, nei banchi della grande distribuzione, dove oggi convivono macellai di grande esperienza e nuovi impiegati che si trovano a ricoprire ruoli di responsabilità, senza aver avuto il giusto percorso formativo dei propri predecessori. Questo perché negli anni gli addetti ai lavori hanno forse sottovalutato il problema della carenza di professionalità che si stava pian piano creando, concentrando tutte le attenzioni sul rassicurare il consumatore finale.

M.C.

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