
Aumento dei costi delle materie prime e dei servizi, cambiamenti climatici che limitano i pascoli in alcuni periodi dell’anno, mancata vendita dei capi di bestiame con conseguenze economiche e nella gestione delle stalle.
Sono queste le criticità emerse dal recente convegno “Quale futuro per la Chianina nella zona di origine? Oltre la crisi, quali opportunità?”, che ha messo a confronto istituzioni, allevatori e tecnici sul futuro della Chianina di fronte all’aumento generale dei costi e sulla necessità di valorizzare sempre di più il legame fra razza, territorio e certificazione Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP.
Analizzando le difficoltà a livello nazionale e, in particolare, le criticità che stanno vivendo gli allevatori è emerso come la siccità e la mancanza di pascoli adeguati abbiano fatto aumentare i costi dei foraggi che si aggiungono ai rincari della produzione, dalle materie prime ai consumi energetici, e a un calo delle vendite dei vitelli da ristallo.
Per far fronte alla situazione sarebbe auspicabile un confronto con tutti i soggetti della filiera che devono cercare una soluzione per gestire al meglio la richiesta diminuita da parte delle macellerie e della grande distribuzione.
Anche l’impegno delle istituzioni per valorizzare una zootecnia di qualità come primo anello della filiera potrebbe facilitare un percorso di qualificazione del settore zootecnico da latte e da carne in grado di favorire un maggiore benessere animale e la sua riconoscibilità da parte del consumatore.
Stefano Mengoli, presidente del Consorzio di tutela Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP è intervenuto affermando a tal proposito: “La zootecnia risente dell’aumento dei costi di produzione, a partire da materie prime, energia e carburanti. Questo grava sul prezzo finale del prodotto e dobbiamo chiedere di più a un mercato che non riesce ad assorbire il prodotto a un prezzo più alto. In questo contesto, e di fronte al difficile momento storico che stiamo vivendo, è fondamentale valorizzare sempre di più il legame che unisce razza, territorio e certificazione Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP, tutelando la qualità dell’intera filiera, dall’allevatore al consumatore”.
M.C
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