
Piemonte, un distretto importante per il vino, non solo come tradizione culturale ma come economia. Una ricchezza per il territorio che si esprime in qualità più che in quantità.
Il 20% dei vini rossi italiani a denominazione d’origine viene prodotto in Piemonte e rappresenta il 17% dell’export di cui 1/3 in Paesi extra Europa.
Tra i vini più conosciuti e apprezzati, la Barbera, simbolo di un luogo e di un popolo, è ideale a tavola e particolarmente in abbinamento ai salumi del territorio; un vino di antica memoria: nel ‘600 i Gonzaga già compravano Barbera nell’astigiano.
Le Langhe, zona vocata alla sua produzione, dove un tempo regnava la povertà raccontata dal grande scrittore albese Beppe Fenoglio, sono patrimonio UNESCO e oggi un esempio virtuoso di produzione di alto livello, una zona dinamica e ricca grazie all’intraprendenza dei suoi vignaioli, molti di loro, circa 300, aderenti al Consorzio Albeisa.
La storia di Albeisa è legata a doppio filo a quella dell’omonima e inconfondibile bottiglia. Nel 1973, grazie all’intuizione visionaria per quei tempi di Renato Ratti, 16 produttori decisero infatti di riutilizzare l’antica bottiglia Albeisa, la B.O.C.G. (Bottiglia di Origine Controllata e Garantita), riadattandola alle esigenze moderne e scrivendo in rilievo il suo nome per quattro volte all’altezza della spalla, per renderla facilmente riconoscibile. La bottiglia risaliva al Settecento quando furono proprio i produttori piemontesi a chiedere ai mastri vetrai delle Antiche Vetrerie di Poirino di progettare una bottiglia riconoscibile e adatta a grandi vini. Nacque così la bottiglia un po’ borgognotta e un po’ bordolese, simile per diametro e altezza alle francesi, ma diversa.
Fu così che venne costituita l’Unione Produttori Vini Albesi.
Nelle Langhe, in un’area di origine sedimentaria, il terreno fertile produce vitigni di pregio, Barolo, Barbaresco, Roero, Nebbiolo, Dolcetto.
Tra loro spicca per fama e versatilità la Barbera: mi raccomando, al femminile, la Barbera è femmina! Con i suoi pregi e i suoi difetti…
Un tempo oggetto dell’immaginario collettivo e identificata col vino da poco, quello da osteria, addirittura da osteria di infimo ordine – cosa cantava Giorgio Gaber? Barbera e Champagne…a sottolineare gli opposti – la Barbera è cambiata, denominata e sempre più apprezzata per la qualità che i produttori hanno raggiunto con un lavoro di perfezionamento intenso e misurato. Resta il vitigno più piantato, quello di maggiore resa, il vino dai grandi volumi di produzione e distribuzione.
La Barbera è un vitigno idoneo alla coltivazione in tutta Italia, è un vino facile e generoso, dalla struttura adatta a tutte le latitudini. Plastico, alcolico, possiede un’acidità molto elevata e un bassissimo tenore di tannini.
La spiccata acidità fa sì che la Barbera sia particolarmente abbinabile a tutti i salumi, in particolare a quelli del territorio perché l’azione pulente dell’acidità libera e rinfresca il palato e consente di degustare gli alimenti grassi al meglio delle loro condizioni.
M.C
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