
Fondata nel 1823, la Tenuta Alois Lageder, oggi alla sesta generazione con Clemens Lageder, è conosciuta per i vini freschi e vivaci dell’Alto Adige. Ispirata ai principi dell’agricoltura biologico-dinamica, la tenuta realizza vini con un approccio consapevole alle risorse naturali.
Secondo la filosofia sostenuta dalla famiglia Lageder, il vigneto è un microcosmo soggetto a molti influssi: le proprietà del suolo, le persone che ci lavorano, ma anche l’andamento climatico del Pianeta e i movimenti dei corpi celesti.
Il metodo di coltivazione biodinamica risponde a questi ideali e a metà degli anni novanta Alois Lageder iniziò a convertire gradualmente i vigneti di famiglia alla coltivazione biologico-dinamica, metodo basato sui principi dell’antroposofia, ideati dal filosofo austriaco Rudolf Steiner.
In base a questa visione, un’azienda agricola è come un microcosmo organico dove convivono piante e animali. Nella natura coltivata, quindi, si crea un ciclo completo di interazione tra suolo, piante e altri elementi della natura. Ciò significa bandire fitofarmaci chimici, erbicidi, concimi ecc. favorendo l’uso di preparati omeopatici e lo sviluppo della biodiversità.
Oggi, la Tenuta Alois Lageder, a Magré, sta attuando anche un’opera di rivitalizzazione della transumanza nell’allevamento animale.
Per questo motivo, oltre all’orto coltivato accanto all’Alois Lageder Paradeis, il ristorante biologico adiacente i vigneti, dal 2012 la famiglia ha intrapreso un progetto che punta non solo a coprire le esigenze di approvvigionamento del ristorante ma a chiudere il ciclo introducendo carni prodotte all’interno della tenuta, secondo la filosofia biodinamica, in collaborazione con Alexander Agethle del caseificio Englhorn, produttore altoatesino di formaggi che in Val Venosta alleva bovini da latte finalizzati alla sua attività. Lageder prende i vitellini e i tori non impiegati per la mungitura, e pertanto non utili al caseificio, e li ospita nei suoi vigneti in inverno dove gli animali possono pascolare liberamente alimentandosi con erba e fieno fino al momento in cui spuntano le gemme nella vigna, in primavera, e possono tornare in alpeggio per trascorrere l’estate. Una collaborazione che risponde a numerose esigenze di entrambe le attività: l’allevamento e il caseificio sono liberi dall’impegno di ricoverare le bestie nelle stalle, la tenuta vinicola “sfrutta” gli animali per ottenere l’equilibrio biologico utile al campo, poiché impiega il letame prezioso per la concimazione dei prati e gode a livello spirituale della tranquillità e dell’energia che l’animale infonde alla creazione di quell’armonia della natura che tanto giova alle coltivazioni.
I castrati sono allevati a Magré nei vigneti e nei ricoveri della Tenuta Lageder, alimentati esclusivamente a fieno dopo la lattazione materna, senza aggiunta di grano o altri alimenti. Oggi, dall’avvio del progetto, sono una decina di capi e al raggiungimento dei tre anni d’età vengono abbattuti per fornire la carne al ristorante e a pochi clienti selezionati. Carni di qualità superiore, frutto di un allevamento consapevole ed etico. Dopo una vita durante la quale il benessere dell’animale viene rispettato totalmente, la macellazione avviene in loco per evitare stress, col contributo del macellaio di Lana (BZ) Alexander Holzner, con metodi che mirano ad accompagnare l’animale al fine vita dolcemente, nel rispetto di tutte le regole igieniche e normative: è questo benessere animale che contribuisce ad arrecare alle carni la qualità nutrizionale e organolettica più elevata.
È un esempio di ciclo biologico completo e se il concetto “dal campo alla tavola” ha un significato, il progetto attuato dalla Tenuta Lageder grazie alla lungimiranza di Clemens Lageder, oggi alla guida dell’attività, risponde in pieno a questo ideale, in armonia con la terra e in equilibrio con i suoi cicli vitali: un vantaggio per i vigneti e i vini eccellenti che vi si producono, un vantaggio per la cucina del ristorante biologico, per l’ambiente e la natura, per l’uomo.
M.C.
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