
Tra i dibattiti che negli ultimi tempi hanno animato il panorama culturale mondiale, la caccia emerge come tema contrastante e dibattuto.
Secondo l’ISPRA, Servizio Coordinamento (Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale) la caccia praticata secondo modalità ben determinate, è una tecnica da incoraggiare tramite la professionalizzazione della figura del cacciatore.
A livello sociale le opinioni sono molto discordi e a parte coloro che non ci cibano di carni animali e quindi sono fermamente contrari per motivi nutrizionali ed etici, c’è chi considera l’arte venatoria un retaggio culturale di grande rispetto (l’uomo è cacciatore…fin dalla preistoria) e chi la considera abitudine barbara e condannabile, soprattutto inutile in tempi moderni.
Esiste un punto di incontro ed equilibrio tra le due posizioni?
Forse sì e si chiama consapevolezza, quel sentimento che partendo da un’azione primordiale (la caccia come fonte di sostentamento) giunge a un’attività regolamentata che ne giustifichi l’esistenza.
Secondo l’ISPRA la risposta è “caccia di selezione”. La caccia di selezione è quell’attività venatoria che mira a equilibrare la fauna selvatica tuttora presente, anzi abbondante, nei nostri territori, applicata in base a regole dettate dalle istituzioni e svolta da cacciatori professionisti e formati. La caccia di selezione si svolge su determinate specie di animali e in periodi e territori prestabiliti, praticata secondo piani di abbattimento che indicano il numero, l’età, il sesso degli animali da abbattere e in che periodo dell’anno farlo.
La sostenibilità di questa pratica consiste nel preservare i territori e gli ecosistemi ad essi collegati attraverso il contenimento di quelle specie animali che potrebbero comprometterne l’equilibrio.
La regolamentazione della caccia di selezione – non per hobby dunque ma come professione – permetterebbe di creare una filiera virtuosa per la carne di selvaggina a vantaggio e tutela del consumatore, dell’ambiente e dei professionisti, dal cacciatore al distributore.
M.C.
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