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Rapporto Ismea-Qualivita 2020, tenuta del sistema Italia

Il XVIII Rapporto Ismea-Qualivita, presentato lo scorso dicembre, attesta il valore delle produzioni agroalimentari e vitivinicole DOP, IGP E STG in Italia.
Il progetto siconferma, dopo 20 anni, quale idea culturale fortemente impattante nella promozione delle specialità alimentari, il risultato di un sistema nel quale l’Italia gioca un ruolo primario. Il nostro Paese interpreta il made in Italy e favorisce la crescita e lo sviluppo dell’economia anche attraverso strategie di ricerca basate sull’analisi dei fenomeni e le evoluzioni.
Gli 838 prodotti DOP IGP E STG tutelati da 285 consorzi, che generano un valore di produzione di 16,9 miliardi con una crescita del +4,2% su base annua, hanno un peso del 19% sul settore agroalimentare; l’export vale 5,2 miliardi ed è cresciuto del +5,1% su base annua.
A fare da traino è il Nord Italia con Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte che concentrano il 65% del valore produttivo delle filiere a Indicazione Geografica.
In questo scenario, i prodotti a base carne si attestano su un valore alla produzione di 1,9 miliardi di euro nel 2019, in calo del -4,7% rispetto all’anno precedente, anche se al consumo si sfiora la quota di 5 miliardi di euro con un +3,5%.
Oltre la metà del valore dell’intera categoria si concentra in Emilia-Romagna con oltre 1 miliardo di euro generato; seguono Friuli-Venezia Giulia e Lombardia con 315 milioni di euro e 305 milioni di euro.
Le prime cinque filiere per valore alla produzione sono Prosciutto di Parma DOP, Prosciutto di San Daniele DOP, Mortadella Bologna IGP, Bresaola della Valtellina IGP, Speck Alto Adige IGP che complessivamente valgono 1,7 miliardi di euro.
Il settore delle carni fresche – 4mila tonnellate di produzione certificata (+1,4%), 92 milioni di euro alla produzione (+0,9%) e 196 milioni di euro al consumo (+0,8%) – conferma i risultati dell’anno precedente, con la mancata rivalutazione dei prezzi unitari che ha interessato tutte le carni nel 2019 e non ha risparmiato le DOP IGP. L’export riguarda il 10% della produzione per un valore di 10 milioni di euro (-2,9%).
Oltre la metà del valore totale della categoria si concentra in Sardegna e Toscana con 29 milioni di euro e 18 milioni di euro rispettivamente.
In ordine di valore generato nella categoria si trovano Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP, Agnello di Sardegna IGP, Abbacchio Romano IGP, Agnello del Centro Italia IGP e Cinta Senese DOP.

Marina Caccialanza

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